Angelo Peretti
Ci sono territori dove il dialetto marca ancora la parlata: è il caso, ad esempio, della mia terra veronese, ed io stesso ragiono dialettalmente per poi effettuare una sorta di traduzione simultanea nell'italiano. Dico questo, perché anche alcuni vini hanno accenti che sono tipici d'un certo territorio. Ed è il caso per esempio d'alcuni bordolesi del Nord Est, che bordolesi come filosofia non lo sono, perché in queste aree i cabernet - e in parte il merlot - ci sono da un paio di secoli suppergiù. E dunque si sono accasati a modo loro.
Appena stappata la bottiglia e versato il rosso nel bicchiere, ecco che questo Cabernet Franc delle Grave fiulane, dall'azienda San Simone, m'ha proprio dato quest'impressione: un classicissimo Franc nordestino. Con quella spiccatissima vena verde erbacea che ti solletica l'olfatto e che non va confusa con immaturità dell'uve, ma anzi è da leggersi come carattere territoriale.
Il tono d'erbe e di pampini di vigna te lo ritrovi in perfetta corrispondenza anche al palato, e qui si fonde bene con le note di piccolo frutto di bosco - la mora, direi, soprattutto. La vegetalità e una freschezza abbastanza spiccata favoriscono la beva, e aiutano l'accompagnamento col cibo a spettro piuttosto ampio direi. E sul fondo compaiono vene vagamente terrose, ad arricchire l'assieme, e il tannino è morbidamente modulato, ancorché il vino si sia evoluto senza toccare legno.
Un 2006 di bella giovinezza.
Due lieti faccini :-) :-)


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